Un articolo a firma di Tiberio Graziani, Presidente dell’IsAG, e di Filippo Romeo, Direttore del Programma di ricerca “Infrastrutture e Sviluppo Territoriale” dell’IsAG, è stato pubblicato su “Silvae”, rivista tecnico-scientifica del Corpo Forestale dello Stato.
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Dal 2013 Stati Uniti e Unione Europea stanno portando avanti un negoziato sul commercio e gli investimenti – noto come partenariato transatlantico – finalizzato ad incrementare gli scambi di beni tra questi due macro blocchi attraverso l’eliminazione delle barriere esistenti.
La scarsa fruibilità di elementi riguardanti le trattative in corso sul Trattato Transatlantico tra Europa e Stati Uniti rende complesso il campo dell’analisi e delle previsioni circa i reali benefici che un tale accordo potrebbe realizzare. Certo è che sul tema si sono formati pareri fortemente dissonanti. Da alcune indiscrezioni fatte veicolare e da alcune notizie fuoriuscite parrebbe che l’efficacia, positiva o meno, del TTIP sarebbe diversa a seconda dei comparti dell’economia presi in considerazione: quello automobilistico e quello chimico-farmaceutico di entrambe le sponde dell’Atlantico potrebbero avere dei tornaconti positivi, mentre il settore agroalimentare, ed in particolare quello dell’area mediterranea, sarebbe destinato a soffrire.
Con riferimento a quest’ultimo, si ritiene infatti che l’armonizzazione degli standard potrebbe provocare un livellamento verso il basso della qualità dei prodotti alimentari, scatenando una corsa al ribasso sui costi di produzione e quindi sul prezzo finale del prodotto stesso. Ciò, oltre a cagionare seri danni al consumatore e all’ambiente, farebbe tabula rasa delle piccole e medie imprese i cui prodotti avrebbero serie difficoltà a collocarsi sui mercati.